Tronco vivo (Pleasure Town)

Area di ruolata

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    Questa è una delle locande più rinomate della città, costruita all'interno di un enorme albero la cui sommità è abitata da un impressionante numero di rondini. John, il proprietario, è un tipo cordiale e sempre cortese con tutti.
     
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    Intervento masterato

    Era una serata tranquilla, come molte altre nella città di Pleasure Town.
    Il grasso e tranquillo proprietario della locanda del Tronco Vivo stava dialogando cordialmente con uno dei suoi clienti che si complimentava con lui per la particolarità e la bellezza del suo locale.

    Altri clienti entrarono, ed altri ancora.
    Tutti i camerieri della locanda erano in fermento, così come la gente dietro al bancone e nelle cucine. Il frastuono era attorniamo dal canto delle rondini che vivono sulla sommità dell'enorme albero dentro il quale era stata costruita la locanda forse più iconica e famosa dell'isola.

    Fuori altra gente era intenta ad attendere per accedere, c'era addirittura la fila... e il motivo era spiegato dall'enorme cartello posto fuori dall'ingresso, accanto all'insegna.

    CITAZIONE
    40° ANNIVERSARIO DEL TRONCO VIVO! IL PRIMO DRINK GRATIS PER TUTTI GLI OSPITI!
     
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    Ritrovatosi col fratello, Goro aveva camminato per le strade di Pleasure Town, seguendo con "cieca fiducia" - lo so, pessimo scelta di parole vista la condizione di Jyuro - le indicazioni del fratello, a cui aveva esteso il braccio per appoggio.
    Jyuro in realtà non aveva bisogno di essere guidato, non fino a quel punto almeno, ma i due erano in simbiosi e a Goro non dispiaceva affatto; era l'unica persona che lo capiva e poi il senso di colpa non se n'era ancora andato.
    Otto anni erano passati, ma ancora continuava a flagellarsi internamente per quello che era successo al fratello.
    Non avrebbe avuto pace, mai. Forse nemmeno dopo la sua vendetta, ed era la cosa che più lo spaventava.
    Quello, e il fatto che il fratello potesse in qualche modo incolparlo, anche se non lo aveva mai fatto fino a quel momento.
    I due continuarono a camminare tra le vie della città, il sole era quasi tramontato e infine arrivarono a quella che pareva essere la locanda più conosciuta e rinomata della città; l'insegna recitava:

    << Tronco vivo... che fantasia del cazzo!>>

    Osservò la locanda da fuori, alzando lo sguardo poi verso l'alto per descrivere meglio quello che aveva visto al fratello.

    << 'Sti qua hanno fatto una locanda dentro a un albero gigantesco, e l'hanno chiamata Tronco vivo! Non è una fantasia del cazzo?>> si girò verso il fratello, senza aspettare realmente una risposta e facendo due passi in avanti per tirarlo a sé, camminando verso l'ingresso.

    << Se c'è tutta 'sta gente probabilmente si mangerà bene, e il primo drink è offerto dalla casa! Andiamo, potremmo trovare anche quelli là...>> fece, riferendosi ai suoi ormai vecchi compagni di cella, coi quali avevano concordato la destinazione prima - anzi durante - dell'evasione.

    << OSTE!>> urlò entrando, camminando a passo svelto verso uno dei tavoli liberi, senza nemmeno fermarsi. << Una bottiglia di Goku Gin! E un succo per mio fratello!>> spostò la sedia per Jyuro, invitandolo a sedere, poi prese posto.

    << Non mi hai ancora detto come hai fatto a perderti. MI SONO CAGATO IN MANO!>>
     
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    La cosa buona della relazione tra me e mio fratello gemello fosse la completa fiducia reciproca.
    Non mi disse nulla, si agganciò al mio braccio e ci incamminammo verso quell'incredibile chiasso che udii non molto lontano dalla sua posizione: averlo di fianco mi aiutava comunque a muovermi in maniera più rapida.
    Il fatto che tutto fosse successo in quel modo così violento aveva sicuramente scosso entrambi ma in 8 anni ho avuto modo di accettare la situazione e non portare rancore se non la vendetta, ma non ero certo che per mio fratello fosse lo stesso.
    Avevo solo un obiettivo, una volta concluso il tutto sarebbe andato tutto per il meglio.
    Al passare del tempo il chiasso riprese in maniera sempre più assordante, il vociare aumentava ed il rumore di tavoli, sedie, bicchieri e quant'altro divenne totalizzante.

    Eccoci

    A detta di Goro ci trovavamo alla locanda "Tronco vivo", una locanda dentro un albero gigante.
    Udii da qualche parte che esisteva una locanda in groppa ad un maiale gigante, chissà se fosse o meno una diceria.
    Cercai di allungare la mano per sentire il ruvido del legno ma Goro mi strattonò via in maniera violenta e cominciò a destreggiarsi tra i tavoli e le persone inprecando e bestemmiando.
    Mi sentii sovrastato dal rumore, dall'odore e ciò che sentii sotto i piedi ma ormai ero abituato.
    In posti simili riuscii a scoprire molte cose in passato, magari era la volta buona.

    Ti vorrei ricordare che non sono un bambino, non bevo per non stordirmi come fai tu.

    Cercai di concentrarmi dato il chaos.

    Avevamo bisogno di far perdere le nostre tracce, insieme saremmo stati un bersaglio troppo facile e comunque avevo in mente di prepararmi un po' meglio per ogni evenienza.

    Dissi mostrandogli il "Soffio del deserto".

    Descrivimi il luogo, quanti siamo qui dentro e se ci sono punti di fuga. Quando bevi diventi imprevedibile
     
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    Avevo passato la giornata a girare per l'isola per vedere se era già arrivato qualcuno degli altri e soprattutto per controllare che non ci fossero ancora volantini con i nostri volti o che la gente non parlasse troppo dell'evasione, cosa che fortunatamente non sembrava interessare ai pacifici abitanti di Swallow.

    Per evitare di farmi riconoscere subito mi ero perfino cambiato con gli abiti che avevo comprato in modo da depistare, almeno in parte eventuali inseguitori, ma dopo aver passato la mattinata a vagare mi era ormai chiaro che ero stato fin troppo prudente.

    L'unica cosa veramente fuori luogo è l'eccessiva quantità di rondini presenti su quest'isola

    Infatti le rondini erano il tema principale e ricorrente di un po' tutto, vuoi dalle decorazioni poste sugli edifici e le recinzioni, vuoi la forma della stessa montagna presente sull'isola o la stessa isola la cui forma ricordava a sua volta un uccello; e ovviamente non dimentichiamoci delle rondini vere.

    Passai il tempo restante prima dell'ora concordata per fare un ultimo giro in modo da memorizzare almeno parte della conformazione delle strade del posto e poi mi avviai verso il luogo dell'appuntamento.

    Una volta in zona provai a cercare tra la folla per vedere se fosse già arrivato qualcuno ma non riuscii a vedere nessuno degli altri il che poteva portare a tre ipotesi: la prima che fossero stati catturati prima di arrivare, la seconda di non essere ancora arrivati e l'ultima di star aspettando in uno dei locali in zona.

    E l'ultima potrebbe essere anche la più probabile visto che noi non abbiamo riscontrato nessuno al nostro inseguimento

    Pensando ciò mi avviai verso uno dei locali che sembrava più affollato e facendomi strada tra la folla provai a guardare all'interno e vidi due figure che riconobbi, erano gli altri due fratelli che erano in prigione con noi, Goro e Jyuro.

    Quindi loro sono già arrivati eh?

    Mi feci strada fino al bancone dove ordinai una birra chiedendo che la portassero al tavolo a cui si erano seduti i due e mi avviai verso il loro tavolo.

    Quindi siamo noi i primi?

    Attendendo la loro risposta mi sedetti al loro tavolo in attesa degli altri.

    Cosa strana, per quanto fossero umani mi andavano stranamente a genio, vuoi perché il loro legame mi ricordava un po quello con Kin e anche perché Goro aveva dimostrato anche lui una certa curiosità e interesse per i vari metodi di tortura.

    Edited by Galail - 12/1/2024, 21:59
     
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    Jyuro si lamentò come al solito dei comportamenti che Goro metteva in atto per "proteggerlo", se così si poteva dire, ma lui non ci fece troppo caso. Quello a cui fece caso furono invece le parole che si riferivano al suo modo di bere, e alle sue reazioni alla sbornia.

    << Sai benissimo quanto reggo l'alcool! Quando mai mi sono stordito? Ti assicuro che quando ho spezzato le ossa di quei tizi a Lyneel ero nel pieno delle mie facoltà, e pure quella volta che ho staccato la zampa d'oca a quel grassone che si credeva di poter darci degli ordini. O parli di quando ho tranciato la mano di quella tipa che ha provato a derubarmi? OHHHH, LÌ SÌ CHE ERO OUT!>>

    Sorrise al fratello, avvicinando il volto il più vicino possibile alla fronte dell'altro, quasi toccandola con la montatura degli occhiali. Poi il suo sguardo venne catturato dalla nuova arma di Jyuro, che durante la separazione sembrava aver fatto compere. Gli occhi gli si illuminarono e cominciarono a brillare solo a pensare a quanto male potesse fare beccarsi una di quelle pallottole proprio in mezzo ai vasti della coscia. Estasiato, rispose nuovamente, stringendo gli occhi per acuire la vista da dietro le lenti scure.

    << Siamo un bel po', i festeggiamenti hanno attirato parecchia gente. Non so se del posto o se stranieri come noi. Le vie di fuga non servono, non a noi per lo meno. Stà tranquillo e rilassati!>>

    Fece, raddrizzandosi e buttandosi indietro sullo schienale, portando il braccio sinistro dietro di esso e dondolandosi leggermente con la sedia. Proprio in quel momento un bestione dalla pelliccia argentea e dalle zanne robuste gli rivolse la parola, prendendo posto al tavolo senza nemmeno aspettare risposta. Era uno dei "compagni di cella"; presto sarebbero arrivati anche gli altri.

    << Alla buon'ora! L'altro gattone? È finito in qualche burrone dopo l'ennesima intossicazione con quello schifo di erba gatta?>>

    Sorrise, pensando alla scena. Il suo Gin non era ancora arrivato.
     
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    Si dice che gallina vecchia faccia buon brodo ma gallo vecchio che cosa fa?
    Incute terrore.
    Entrò con aria disinvolta ma con un'aura di malinconia intorno a sé, perché la sua ricerca non si era ancora conclusa e perché amava talmente tanto la sua Famiglia da non poter credere che fossero stati arrestati tutti un'altra volta.
    Lì nessuno era una spia, un chiacchierone.
    C'era un canarino sì, ma di razza visone, non di bocca larga.

    Prese posto a un tavolo libero, possibilmente un po' defilato, nascondendo il becco sotto la tesa del cappello e ordinando al primo cameriere che avrebbe incontrato un Southside Cocktail, tipico delle sue zone.
    Sarebbero stati gli altri a venire da lui, non certo il Padrino a unirsi agli altri.

    Cococo...grande festa qua dentro, chissà se è già arrivato qualcuno...?

    Non che non avesse notato i visoni al bancone del bar: semplicemente non voleva dare troppo nell'occhio.
    D'altronde un gruppo di delinquenti tutti assieme non potevano certo essere buone notizie.
     
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    Dopo aver girato buona parte dell'isola per orientarsi sul posto e capire se vi fossero eventuali pericoli imminenti, Kenan s'imbattè in un cartello che diceva come alla locanda "Tronco vivo" ci fosse una festa ed il primo giro fosse gratis..

    scommetterei tutti i miei berry che ci ritroveremo esattamente li.. è ora di andare

    Il cammino del ragazzo s'indirizzò quindi verso la locanda mentre continuava a guardarsi bene intorno domandandosi come mai questa presenza tanto imponente di rondini, che di riflesso era fortemente stata ripresa dall'iconografia locale che poneva un forte accento su immagini e nomi che li richiamassero praticamente in ogni dove.
    Il clima era piacevole, vi era una leggera brezza e Kenan proseguiva la sua camminata con passo disinvolto, quasi lento, iniziando man mano a notare che all'avvicinarsi del locale iniziavano a sentirsi voci e casino, con della gente che si andava incanalando in un unica direzione.

    il primo giro gratis ha fatto gola a tanti noto.. direi che sono nella direzione giusta

    Dopo qualche minuto il ragazzo giunse alle porte del locale, che si presentava con un aspetto singolare, non tanto pensando al nome che aveva, essendo ricavato all'interno di un gigantesco tronco d'albero con in cima, giusto per essere originali rispetto all'isola, la presenza di rondini.

    Beh pure a voler essere originali qui pare che senza rondine non si cantino messe... entriamo va

    Sempre con un incedere flemmatico Kenan entrò dunque nel locale dopo essere sgusciato nella fila con il suo solito fare silenzioso ritrovandosi rapidamente nell'antro del locale, dove notò che c'era molto brio, con commensali già belli carichi ed i camerieri e locandiere molto attivi.

    Mi aspettavo gente, ma devo dire che è pieno zeppo... ah ecco

    Mentre si guardava intorno e pensava che ci fosse parecchia confusione Kenan notò un volto familiare, che data la stazza non passava certamente inosservato, ovvero Gintoki.

    Della serie di come mimetizzarsi come un ninja..

    Mi avvicinai allora al tavolo dove vicino al visone notai anche i fratelli Soga, con Goro che già faceva casino come suo solito sul quanto sapesse bere senza problemi.
    Arrivato vicino al tavolo prese una sedia da un tizio che ormai era a terra completamente ubriaco quindi decisamente non più in necessità di sedersi come si deve, appoggiando la sedia di fianco a Jyuro dando un leggero colpetto con la mano sinistra sulla spalla di Jyuro in segno di saluto, mentre si abbassava il cappuccio del mantello per poi rivolgersi al visone con voce serena e scherzosa.

    Gintoki passi sempre inosservato come un ninja eh?

    Non chiese circa il fratello data la battuta di alto spessore, diciamo così per essere buoni, di Goro, al quale poi mi rivolsi sorridendo dopo la sua battuta un pò con tono di sfottò sapendo che Goro avrebbe risposto piccato ma senza prendersela, a modo suo insomma.

    vedo che siamo partiti già forte con il cabaret

    Subito dopo il breve scambio alzo il braccio destro rivolgendosi ad uno dei camerieri per ordinare da bere.

    Una birra grande bionda per me, grazie!

    Si mise quindi comodo incrociando le braccia e appoggiandosi allo schienale della sedia iniziando a dondolare come suo solito mentre continuava con la coda dell'occhio a guardarsi intorno nel mentre conversava con i soci che erano già li con lui.
     
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    Guarda che manca ancora un po all'orario che avevamo concordato

    Feci poi una smorfia alla battuta Goro sul problema di Kin con l'erba prima di rispondergli

    Stupida scimmia

    Eh purtroppo ognuno ha i suoi problemi, certi "gatti" con l'erba e certe "scimmie senza peli" con l'alcol.

    Sorrisi di rimando prima di continuare

    Comunque prima o poi riuscirò a farlo smettere, anche se è da vedere se riesco prima io con mio fratello o Jyuro con te...e per rispondere alla tua domanda no, non è finito in un fosso e dovrebbe raggiungerci a breve

    Però in effetti sarebbe dovuto già arrivare in giornata sull'isola ma non l'ho visto per tutta la giornata. Speriamo non gli sia capitato qualcosa

    Mentre dicevo questo notai che un altro dei membri umani della fuga si era nel mentre avvicinato sedendosi poi vicino a Jyuro facendo notare quanto fosse facile individuarmi tra la folla data la mia stazza.

    Kenan, ben arrivato. sì tendo ad essere invisibile come un albero al centro di una prateria.

    E dopo avergli fatto cenno di saluto mi voltai parzialmente in modo da poter guardare anche verso l'ingresso e poter controllare chi entrava nella locanda e soprattutto l'eventuale arrivo del fratello

    Qualcuno ha saputo qualcosa degli altri quattro mentre veniva qua?

    Edited by Galail - 14/1/2024, 01:09
     
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    Kenan prese quindi posto vicino agli altri e nel mentre si attendeva di essere serviti iniziavano i primi battibecchi con Goro che si prendeva della scimmia pelata da Gintoki, il che fece fare una smorfia di approvazione al ragazzo che arricciando la bocca ed alzando il sopracciglio, parlando con fare sarcastico

    beh in effetti dal suo punto di vista ci sta....sicuramente azzeccato come temperamento

    Concluse accennando un sorriso, cercando di rilassarsi e godersi un pò di frivolezze dopo l'ennesima fuga e tutta l'attenzione posta successivamente all'evento in modo tale da prendere quante più precauzioni possibili e limitare al minimo ogni rischio.
    Mentre Kenan si rilassava e aspettava l'ordine da bere ricevette un saluto ed una risposta da Gintoki che lo fece ridere, sicuramente non si poteva dire mancasse di sarcasmo, così con tono baldanzoso gli rispose.

    Beh effettivamente

    Subito dopo il visone ci chiese se avessimo visto qualcuno degli altri sull'isola, il che fece fare al ragazzo un attimo di mente locale su quello che aveva notato nelle sue passeggiate prima di rispondere con un tono quasi perplesso.

    In realtà no, ho girato un pò l'isola per capire meglio la situazione ed essere sicuro di non essere seguito, ma non ho notato nessuno degli altri. Va detto che io ho tenuto un basso profilo, potrebbero aver fatto lo stesso, diciamo che posso escludere di aver visto tuo fratello perchè come te.. ecco non passa inosservato.

    Kenan cambiò tono di voce passandone ad uno quindi più di domanda che a voler affermare qualcosa.

    In effetti non avevamo un orario o luogo stabilito sull'isola, io sono venuto qui perchè vista la baldoria ero abbastanza certo di beccare almeno Goro, però magari non tutti hanno fatto lo stesso ragionamento...


    Concluse quindi con un tono molto rilassato, alzando le spalle e con un espressione facciale di poco interesse

    Beviamoci su, poi magari ci capiamo qualcosa, potrebbero anche solo essere in ritardo, fuori di qua c'era anche abbastanza confusione.

    Finì quindi di parlare e iniziò giochicchiare con le dita sul tavolo in attesa che qualcuno del servizio della locanda servisse effettivamente da bere
     
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    Scheda Tom Ato

    Pensato Parlato

    Gira e rigira, gira e rigira nella città di Swallow, ne avesse visto uno.
    Poi un volantino, a terra calpestato ma ancora leggibile, non serviva leggere tutto bastava la frase magica.

    Gratis.

    Che si fottessero i compagni di cella. C'è un posto con alcol gratis? TOM CI SI FIONDA.
    Ci mise un po' a trovare il Tronco Vivo senza chiedere indicazioni ma alla fine riuscì a raggiungerlo.
    Era sicuramente molto più affollato della locanda sull'isola di Minion, la gente ammassata un po' ovunque, con calici e pinte a festeggiare qualcosa di cui lui era ignaro.

    Labbra screpolate e gola secca. Necessitava di una birra, fresca, bionda e di grado alcolico alto.

    Un tizio fuori, grosso e alto, lo squadrò mentre si avvicinava alla porta. Sembrava stesse per dire qualcosa.
    Tom arricciò il naso pronto a sbraitare se avesse fatto una di quelle battute che già gli risuonavano nella scatola cranica.
    A quanto pare stette zitto. Tragedia evitata.

    Entrato si guardò intorno, vide il bancone e il l'oste che spillava alcol come se non ci fosse un domani.
    Gli sgabelli non erano le sue sedute preferite quindi dopo aver ordinato una pinta, bionda, doppio malto e fresca, cominciò la ricerca di un posto a sedere comodo per lui.

    Gira, svolta, sorpassa l'ubriaco che si mantiene a stento in piedi e...

    "Gratis attira tutti, anche i delinquenti.."

    Come se lui non lo fosse.
    A qualche tavolo lontano, loro erano lì, ma mancava ancora qualcuno.
    Ebbe un ripensamento, girò i tacchi e guardò dalla parte opposta.

    "Ah no, meglio gli altri quattro."

    In un tavolo defilato dalla parte opposta c'era Il Cappone. Quel pollastro ha un carattere peculiare, diciamo.
    Rigira i tacchi ancora una volta, si fa coraggio, un sorso di birra e un respiro profondo.

    Prende la sedia da sotto il culo di una persona che stava per sedersi facendolo schiantare con l'osso sacro a terra.
    Pavimento che era tutto tranne che pulito. Ad ogni passo sembrava star camminando su un nastro adesivo.
    Non che gli fregasse qualcosa. Portò la sedia vicino al tavolo dei quattro e senza di nulla si sedette.

    Alzò il boccale per mimare un brindisi, batté la pinta di legno sul tavolo per poi fare un sorso.

    "Dall'altra parte c'è il pollo, io non ho voglia, chiamatelo voi."

    Aveva dimenticato di aver ancora al collo la lavagnetta con scritto:

    Riparazioni a domicilio di cose di legna.
    Chiamate al numero: *******


    Edited by Pako™ - 14/1/2024, 08:46
     
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    A quanto pare Kintoki non ha fretta, si sta praticamente girando mezza città. Chissà cosa sta cercando? L'erba gatta forse?

    Con le mani incrociate dietro la testa Ash stava camminando sulla scia di Kintoki già da un po', senza che questi facesse mostra di avere una destinazione chiara in mente.

    Diamine, speravo che sapesse dove trovare gli altri; si dice che fra gemelli ci sia questo senso speciale con cui riesci a sapere dove si trovi l'altro sempre e comunque...o quello era fra l'ubriacone e la taverna più vicina? Mmmm, non mi ricordo, ma a proposito di taverne...

    Tra l'altro, mi sa che i gemelli sono solo Goro e Jyuro, oppure Kin e Gin anche lo sono? Gemelli Diversi magari?

    Il girovagare di Kintoki (e quindi di Ashlove) li aveva portati in una differente zona della città e, svoltando un angolo, uno spettacolo quantomai insolito e curioso si presentò ai suoi occhi: un albero, il cui tronco presentava un'apertura, un ingresso, da cui fuoriuscivano luce e schiamazzi di voce più o meno inciuccate, e sovrastato dall'insegna "Al Tronco Vivo". Dal suddetto ingresso c'era parecchio movimento, sicuramente anche complice il cartello che annunciava un primo giro gratis per festeggiare l'anniversario della taverna.

    Beh beh beh, se ho imparato qualcosa sugli altri, è che sicuramente Goro sarà lì dentro, quindi anche Jyuro...a meno che non si siano separati come Gin e Kin? Ops, a tal proposito... con un sussulto Ashlove si guardò intorno, ma come aveva temuto Kintoki era sparito dal suo campo visivo.

    Oh beh, sarà sicuramente già entrato. Forza, andiamo a raggiungere i nostri malandrini preferiti!

    Ehi I Malandrini sarebbe un ottimo nome da band...magari con un bel logo scintillante, un leone dorato in campo rosso per evidenziare il contrasto tra un animale così possente e autorevole con la figura del malandrino

    Riflettendo su un'idea improvvisa quanto interessante, Ashlove si voltò un momento verso una vicina vetrina, alzandosi in punta di piedi (dannati altoni e la vostra altezza) per essere sicuro che il make up applicato durante la traghettata fosse ancora in ordine: un leggero ombretto sulle palpebre, color viola scuro per far risaltare gli occhi con l'aiuto di un po' di matita nera, e un tocco di glitter argentato sulla punta degli aculei per aiutare la scintillanza; roba che anche Scarlatto figlio di Johan, uno dei più leggendari Okama del passato, sarebbe stato fiero di lui.

    Perfetto, si va in scena.

    Con un cenno soddisfatto Ashlove sfoderò i suoi occhiali da sole rossi a forma di cuore, sistemò il colletto della giacca, prese la sua chitarra ed entrò nella locanda, dove le ci vollero dodici secondi circa per trovare il suo gruppetto di marrani preferiti, grazie alla presenza di Gin che spiccava ovunque andasse.

    Senza farsi notare (grazie alla mia di altezza, questa volta), Ash arrivò al tavolo, avendo cura di arrivare alle spalle di Gin, e a un paio di passi dal gruppo sfoderò il suo plettro preferito (non quello sonico, doveva entrare in scena non attaccare gli altri) e tirò una schitarrata rockeggiante e potente a cui fece seguire un vocalizzo che sfoggiò tutta la sua estensione vocale.

    ASHLOOOVEEE E' QUAAAAAA!



    A questo seguì uno scatto da parte di Ash che si abbarbicò alla gamba di Gin senza perdere un istante, strofinando la faccia sulla morbida pelliccia del polpaccio del visone.

    Megapeluche con un po' di sfiducia in meno, ci sei anche tu! E anche gli altri! Il gemello strambo e quello cieco, ciao Jyuro e Goro, c'è Kenan, c'è Ketchu, ahs no scusa Tom, hai ragione, mancano solo Capponcino e Flig... questo stream of consciousness di parole venne lanciato a velocità ipersonica, a malapena respirando fra una decina di parole e l'altra, almeno fino a quando non finì l'elenco dei presenti e si rese contò di un altro assente.

    Ehi ma Kintoki che fine ha fatto? Era davanti a me mentre venivamo qui, pensavo fosse già entrato prima di me ma a quanto sembra non c'è.

    Edited by StormChosen - 14/1/2024, 16:47
     
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    Il mio lungo camminare guidato dall'olfatto mi aveva in fine condotto nell'area giusta: ero riuscito a trovare una forte traccia nell'area. Chi prima chi dopo, sembrava che la maggior parte del gruppo fosse si fosse già incontrato.
    Nella piazza gremita di persone non mi preoccupavo nemmeno a cercare tra la folla eventuali conoscenze, bastava trovare Gin. Annusando un altro odore interessante giunse infine ai miei sensi, lo seguii quasi istintivamente in uno dei vicoli secondari lì vicino, ancor prima che potessi capire il motivo per cui quella piazza fosse particolarmente gremita di persone con un'atmosfera decisamente caotica, ma la frenesia che si percepiva non era negativa, quasi fossero tutti pronti ad una celebrazione.

    Verificherò

    Prima finii con il trovare un'umano estimatore quanto me di determinate sostanze, che finì col cedermi gentilmente, probabilmente ritenne la cosa più saggia da fare, anche a non aver mostrato alcun intento omicida nei suoi riguardi, l'aspetto lo faceva da se: intimidazione come effetto base e talvolta me ne godevo i frutti.
    Nascosto il bottino in una delle tasche interne degli abiti, ritornai in piazza, stava calando la sera ma l'atmosfera era divenuta più fragorosa e ne compresi subito il motivo, riuscendo a leggere l'insegna e che si celebrasse l'anniversario di una rinomata taverna del posto.

    Il luogo è sicuramente questo, ma non si sono ancora scatenati: avranno appena iniziato a bere.

    Coprii la distanza dalla piazza alla taverna in poco più che qualche falcata, entrando poi all'interno con decisione: lanciando uno sguardo che mi permettesse di osservare l'intera scena all'interno, trovando facilmente la figura di Gin con gli altri al seguito. Mi diressi dritto al tavolo, osservando come avessimo anche qualcuno sparso per la sala, ignorando comunque tutti eccetto il fratellino.

    Brother, prendi.

    QUOTE
    Consegno a Gin un lumacofono da polso.

    Dissi, passandogli poi l'oggetto da sopra il tavolo senza alcun problema; prestando solo allora la mia attenzione agli altri.

    Siamo quasi tutti, vedo; dov'è l'alcol? E' tempo di celebrare.

    Senza prima bere, non mi sarei nemmeno preoccupato d'interagire con i presenti più di tanto.

    Flig non è ancora arrivato..

    Edited by Avenger - 14/1/2024, 14:25
     
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    Camminava senza fretta, gli ultimi raggi di un sole al tramonto riflessi nel giallo dell'unica iride scoperta. Il viaggio, per quanto privo di imprevisti, era stato lungo e a tratti estenuante. E il sopraggiungere della sera, insieme al canto delle rondini che pervadeva l'aere, minacciavano di incrinare le sue difese in favore di un attimo di rilassatezza.

    Pacifica, proprio come la ricordavo.

    Era trascorso molto tempo dall'ultima volta in cui Benedict aveva percorso le vie di Pleasure Town, ma la città e la sua atmosfera non sembravano essere cambiate minimamente dai suoi ricordi adolescenziali. Lo stesso, però, non si poteva dire di lui: e la dimostrazione più evidente di questo, probabilmente, era il fatto che neanche in una situazione così distesa la mano destra si era allontanata dall'elsa di Poignard, celata sotto il mantello. Una prudenza che rasentava la mania di persecuzione, dettata dal vissuto di chi - cresciuto tra gli agi e la spensieratezza - si era ritrovato d'un tratto a dover lottare di giorno in giorno per la sopravvivenza. E così, mentre avanzava guardingo fra le vie della città, la sua attenzione fu inevitabilmente attirata dal fermento all'esterno di quella che - neanche a volerlo - aveva già deciso sarebbe stata la sua destinazione.

    Sollevò un sopracciglio, infastidito dagli insistenti strepiti di un garzone che, nonostante la folla già assembratasi all'esterno della locanda, si sbracciava per attirare l'attenzione dei passanti. Non che ve ne fosse bisogno. Molto più efficace dei suoi richiami, difatti, era una singola parola che campeggiava sull'enorme cartello celebrativo esposto all'esterno de Il Tronco Vivo: "Gratis". Sospirò, per nulla stupito dal fatto che la più classica forma di oppio dei popoli si fosse rivelata sufficiente a radunare una simile folla. Ma destino voleva che ciò facesse proprio al suo caso.

    Dopo qualche minuto trascorso in coda insieme agli altri avventori, senza scambiare parole con nessuno in particolare, Benedict varcò l'uscio e mise piede all'interno della locanda. Come prevedibile, al suo interno il baccano era di tutt'altro livello rispetto al vociare che si udiva fin da fuori, ma tra tutti gli schiamazzi erano quelli di un figuro in particolare a sovrastare il caos generale. Lo squadrò: mediamente alto e slanciato, la sua presenza fisica non era così dissimile dalla sua, ma il portamento non poteva essere più diverso. Rumoroso, volgare, con un look stravagante e una capigliatura di un bianco acceso che spiccava quasi a voler gridare "guardatemi, sono io il protagonista". Non lo riconobbe, ma dal suo accento dubitava che si trattasse di un teppista locale: la sua cadenza, anzi, gli ricordava quella tipica del Mare Meridionale, dove aveva trascorso gli ultimi anni. Intorno a quell'individuo si era già radunato un eterogeneo gruppo di persone intente a brindare - chi in piedi, chi accomodatosi al tavolo su una sedia. E il fatto più inusuale era che diversi di questi, per quanto umanoidi, si distinguessero per le folte pellicce che ricoprivano le loro carni.

    Visoni? Così lontani dalla Rotta Maggiore?

    Al di là del vago stupore per la loro presenza in quella stanza, Benedict non aveva particolari opinioni a riguardo: a differenza di molti nobili, i von Rowe non avevano mai imbracciato ideali di superiorità razziale o discriminazione. Valori che in qualche modo anche lui aveva internalizzato e che tuttora in un certo senso manteneva, per quanto non nella cavalleresca forma che il padre, a suo tempo, aveva cercato di imprimergli. Odiava tutti nella stessa misura: umani, visoni, uomini-pesce. Osservò il gruppo ancora per un istante, soffermandosi sui loro volti e cercando di identificarne qualcuno, ma senza successo. Era fin troppo evidente che si trattasse di un manipolo di pochi di buono, ma non ricordava di averli già visti su qualche manifesto. Probabilmente si trattava di una banda, o una ciurma, di recente formazione.

    Per il momento, meglio non averci a che fare.

    Continuando a monitorarli con la coda dell'occhio, si fece largo attraverso la folla e, ignorando i vari tavoli, si avvicinò direttamente al bancone, cercando uno sgabello sul quale potersi sedere in una posizione privilegiata per parlare con il personale. Fece del suo meglio per ignorare la distrazione rappresentata dal gruppo di potenziali delinquenti e, abbandonando la sua espressione cupa, cercò di abbozzare quanto di più simile a un sorriso riuscisse a far affiorare sulle sue labbra. L'oste, un uomo gioviale e paffuto, era impegnato in una conversazione con un altro cliente poco distante. Tese un orecchio nella sua direzione, nell'improbabile caso in cui potesse captare una qualche informazione utile, operazione oltremodo complicata dal frastuono che pervadeva il locale. Infine, si rivolse a uno dei baristi al di là del piano di servizio, piazzando il proprio ordine mentre continuava, per quanto possibile, a origliare le discussioni circostanti.

    Un whisky senza ghiaccio, buon uomo.
     
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    Era una festa!
    Una festa continua, dove l'alcol scorreva a fiumi, il cibo veniva divorato a quintali e... dove la gente cantava, ballava, rideva, scherzava!

    C'è chi si ritrovava dopo tanto tempo, come il gruppo di umani e visoni al grosso tavolo in fondo alla sala.
    C'è chi si cimentava in danze acrobatiche sui solidi tavoli della locanda, chi si vantava di aver fatto un tiro impossibile a freccette centrando il centro perfetto a 20m di distanza e chi perdeva un patrimonio a dadi.

    Ma c'era anche chi non era particolarmente su di giri e semplicemente si stava godendo la festa della locanda... e forse con qualche altro scopo.
    Si sa, esiste una parola magica che attira qualsiasi tipologia di persone: e la parola era GRATIS...
    E proprio a quel qualcuno venne fatto uno scherzo stupido e di cattivo gusto che non gradì particolarmente: un uomo, seppur di bassa statura, gli tolse la sedia da sotto il deretano proprio mentre stava per sedersi di ritorno dal bancone con una pinta.

    Il risultato fu che cadde rovinosamente a terra, rovesciandosi la pinta addosso. E l'aveva anche pagata, visto che si trattava della terza consumazione.
    I suoi compagni seduti al tavolo rimasero impietriti, mentre il tavolo responsabile dell'accaduto sembrava non essersi neanche accorto del torto compiuto; lo aiutarono a rialzarsi, vociferando qualcosa di incomprensibile a causa del frastuono di sottofondo.

    Il tipo zuppo di birra era un uomo sulla trentina, uno smilzo alto circa 1 e 80, vestito con abiti da viaggiatore.
    Con lui c'erano altri quattro individui, con fisionomia e abiti simili.
    Semplicemente, diede due pacche energiche alla spalla di Tom e attese che si fosse voltato prima di colpirlo con un gancio sul volto!

    CITAZIONE
    Smilzo attacca Tom Ato con

    Smilzo: "Hai sbagliato bersaglio per i tuoi scherzetti, folletto!"

    CITAZIONE


    \\GdrOFF: Immaginate che ci siano anche altri clienti all'interno della locanda, attorno a voi.
    Per qualsiasi perplessità sul sistema di combattimento vi invito di leggere il regolamento ed eventualmente contattarmi senza indugi!

    Pugno rabbioso: 13
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    • Inviato il
      14/1/2024, 23:27
      ShinjiOP
     
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